L’oro come tutte le materie prime è oggetto di scambi quotidiani a livello borsistico.
Come in ogni mercato la determinazione del prezzo è data dall’incontro della domanda e dell’offerta.
Più complicato è stabilire quali sono i fattori che determinano un aumento o una diminuzione di domanda e offerta.
Nel caso della quotazione dell’oro poi, la rete si connessioni che porta ad una variazione del prezzo e veramente fitta e amplia.
Innanzitutto diamo un’occhiata al funzionamento del mercato dell’oro.
Si può dire che l’oro ha sostanzialmente due mercati paralleli: il mercato dell’oro fisico e quello dell’oro finanziario.
Per un complicato sistema legato ai cosiddetti margini, l’oro finanziario scambiato giornalmente è infinitamente superiore alla quantità di oro reale esistente.
Perciò il prezzo di cui si parla è in sostanza il prezzo a cui vengono scambiati i contratti basati sull’oro.
Per questo motivo alcuni importanti commercianti di metalli preziosi hanno proposto di separare le due quotazioni, considerando giustamente che l’oro fisico avrà un valore sempre maggiore di un pezzo di carta.
Arriviamo quindi al primo dei fattori che contribuiscono a formare il prezzo del metallo giallo: la sua caratteristica di bene rifugio.
Si considera infatti che l’oro (quello vero, si intende…) costituisca una moneta di scambio, che mantiene un valore intrinseco elevato in qualunque condizione storica.
Ne consegue che in linea generale il prezzo dell’oro tende a salire nei momenti di incertezza politica, sociale od economica. Viceversa tende a scendere nei momenti di tranquillità.
Un’altra materia prima che segue più o meno lo stesso andamento è il petrolio greggio. Condividono inoltre una caratteristica fondamentale: entrambi sono quotati in dollari.
Questo vuol dire che se il dollaro sale oppure scende, oro e petrolio si muoveranno in direzione opposta: se infatti il valore del dollaro scende serviranno più dollari per comprare la stessa quantità di metallo prezioso ( e di petrolio ).
E’ logico quindi che il valore di borsa dell’oro abbia una stretta connessione con l’andamento dell’economia degli Stati Uniti.
I dati macroeconomici statunitensi sono in grado di far compiere dei veri e propri balzi al prezzo dell’oro, contemporanei a quelli opposti del dollaro.
C’è però un caso particolare di connessione tra dollaro e oro, ed è il cosiddetto appetito per il rischio. Per semplificare, se l’oro è il bene rifugio per eccellenza il dollaro ricopre lo stesso ruolo fra le valute.
Perciò in momenti di tranquillità sui mercati, gli operatori tendono a vendere le loro esposizioni in dollari per spostarsi verso asset in altre valute, più rischiosi ma potenzialmente più redditizi.
Perciò contrariamente a quanto dicevamo sopra capita che in momento di sostanziale tranquillità di mercato l’oro possa salire, ma solo perché si stanno liquidando posizioni in dollari.
Altri fattori importanti che determinano variazioni nel prezzo dell’oro sono gli indicatori economici e la situazione sociale e politica dei cosiddetti paesi in via di sviluppo, in particolare Cina ed India.
Questi infatti sono tra i maggiori importatori, e nel caso della Cina anche produttori, di oro.
Perciò un rallentamento delle loro economie porterà ad una caduta della domanda di oro e di materie prime in genere, che causerà un abbassamento dei prezzi.
La situazione politica interna dei paesi produttori d’oro può ovviamente far variare la quotazione.
Per completezza ricordiamo quali sono questi paesi produttori, senza darne una classifica di produzione, visto che come è facile intuire la quantità di oro estratto ed immesso sul mercato non viene decisa solamente sulla base di criteri produttivi.
Un paese forte produttore potrebbe infatti decidere di limitare l’estrazione per aumentare il valore. I maggiori produttori mondiali sono la Cina, il Sud Africa, gli Stati Uniti, l’Australia.
Altri paesi con grandi miniere sono l’Indonesia, dove si trova quella che attualmente è la miniera più grande del mondo per estensione e produzione, il Perù e l’Argentina.
E’ facile intuire come uno sciopero, una rivoluzione, un terremoto o un altro avvenimento improvviso in uno dei paesi produttori possa avere forti ripercussioni sul prezzo dell’oro.
Infine non si può tralasciare l’elemento forse maggiormente determinante su ogni mercato, che va sotto il nome generico di contrattazione.
Tralasciando il significato generale, limitiamoci ad osservare come questa opera solitamente nel mercato dell’oro.
Come abbiamo spiegato in borsa si scambia essenzialmente oro cartaceo, il cui prezzo però determina il prezzo di quello fisico.
Perciò non è difficile comprendere come un grosso operatore, oppure un paese o una banca centrale, possa operare se ad esempio volesse aumentare l’entità delle proprie riserve di oro: semplicemente questo dovrà iniziare a vendere una parte consistente dei propri contratti in oro, facendo così abbassare il prezzo.
Contemporaneamente potrà accaparrarsi sull’apposito mercato l’oro fisico ad un prezzo molto più conveniente.
E’ chiaro che operazioni di questo tipo possono falsare il mercato in maniera importante, tuttavia bisogna ricordare che sono perfettamente legali.
Ovviamente tutti i fattori che abbiamo elencato sopra ed i movimenti che generano sul mercato, non vanno sicuramente presi come degli automatismi ma, soprattutto, non vanno mai analizzati singolarmente, e spesso solo un operatore esperto come gli operatori compro oro, saranno in grado di dare ad ognuno il giusto consiglio.